“Keep calm and carry on drawing”, David Hockney encourages us. He does this through one of his last works, “Untitled, 382”, visible on numerous big screens in different sites in the city, to advertise the opening of his exhibition at the Tate.
He doesn’t need to say it twice, and while Paco and me sit, waiting for another stranger with whom we have a meeting at the beautiful the book club, I make some sketches.
Somebody’s chatting in French at the table to our left; at the one in front of something that could be an interview with a writer or the early stages of courtship; more numerous, at least for now, the lonely persons at work in front of their mac or engaged in a live chat; hanging on the walls works from the exhibition “70 X 100”, a collaboration between Corin Kennington and Harry Fieber.
As time goes couples and groups who order some food and wine, instead of espresso and flat-white, rise. One girl reads a paper book, a glass of red wine by her side and when the light bulbs net that decorate the glass wall to her right is turned on, the shadows change on her face.
The main lights go out, the waiter deposits a tea-candle on every table. R arrives, our artist friend Gennaro Branca is the connection among us. As R and Paco face things already done and to be done, I can not help but to portray her, and every time this thing happens, that the more I look a new person the more she is transformed under my eyes and on my sheet. In short the traits that I’ve thought I had saw when she just entered are gone, a certain way of directing her gaze is already familiar, my drawings are multiplying, chasing the charms, they fix a movement, perceive a color. They begin to learn.
“Keep calm and carry on drawing” ci incoraggia David Hockney. E lo fa attraverso uno dei suoi ultimi lavori, “Untitled, 382”, visibile da oggi su numerosi maxi schermi in diverse zone della città, per pubblicizzare l’apertura della sua mostra alla Tate.
Non me lo faccio dire due volte e, mentre Paco e io aspettiamo l’ennesimo sconosciuto con cui abbiamo appuntamento nel bellissimo the book club, io faccio qualche schizzo.
Si chiacchiera in francese al tavolino alla nostra sinistra; a quello di fronte qualcosa che potrebbe essere l’intervista a uno scrittore o le prime fasi di un corteggiamento; più numerosi, almeno per adesso, i singoli al lavoro davanti al proprio mac o impegnati in una live chat; alle pareti opere della mostra “70 X 100”, una collaborazione tra Corin Kennington e Harry Fieber.
Col passare del tempo le coppie e i gruppi che ordinano qualcosa da mangiare e vino, invece di espresso e flat-white, aumentano. Una ragazza sola legge un libro di carta, un bicchiere di vino rosso a fianco e quando la serie di lampadine che decora la parete vetrata alla sua destra viene accesa, le ombre cambiano sul suo viso.
I lampadari si spengono, il cameriere deposita una candela su ogni tavolo. Arriva R, con cui ci ha messo in contatto il nostro amico artista Gennaro Branca. Mentre lei e Paco affrontano cose fatte e da farsi, io non posso fare a meno di ritrarla e ogni volta succede questa cosa, che più guardo una persona nuova più questa si trasforma sotto i miei occhi e sul mio foglio. In breve i tratti che credevo di aver individuato appena è entrata non ci sono più, un certo modo di dirigere lo sguardo mi è già familiare, i miei disegni si moltiplicano, rincorrono i vezzi, fermano un movimento, percepiscono un colore. Cominciano a conoscere.
-----------------Published on 09-Feb-2017
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