Who would have ever thought that in London I’d started eating kale?
Besides, I was also adamant to never eat pasta and drink espresso, once here, and instead has happened.
But first things first. Yesterday was Monday, a day of good intentions and resolutions, and the program included the opening of a bank account, but then searching online for a job took us out and we found ourselves, at 13:30, without exiting to the grocery store and ravenous. So we had to draw on reserves of our hosts, finding a packet of Tesco penne rigate and an onion, which we have completed with…guess what? a can of Cirio peeled tomatoes that Paco had in his bag! Yes, the classic cliché emigrants took its shape before our very eyes and our guilty hands, but …how good it was!
In the evening, to atone, we went to the turkish grocery store and we began to buy without prejudice, or rather, Paco has always done it, I had to commit myself not to snub the cabbage family, that, as many of you know, I’m not crazy about.
In Haringey, where we are now, the “ethnic” shops are numerous. There are those with their own nationality on the sign, of others you can infere the nationality by the name, others declare themselves “international food store” complete with flags of four or five reference countries. Some of these are big, with counters dedicated to meat… and olives, which, in the turkish shop, is huge! Come in and see faces that seem patently Poles, or hear in-room music that seems Armenian, in a corner a stack of, say, “Gazette of Skopje”. A real breath of fresh air if I was even only for few hours in the much more conformist downtown.
Another good thing is the confirmation that globalization doesn’t exist and that even if you do not find sciogli-macchia, gloves for washing dishes and handkerchiefs packaged in individual packages, you can get away with the same, as millions of people do in the world, perhaps starting from learning how to cook cabbage.
N. B. In photos our dinner: green cabbage, Cyprus potatoes, peeled Cirio :), chilli powder, smoked paprika and honey!
Chi l’avrebbe mai detto che a Londra avrei cominciato a mangiare cavoli?
D’altronde ero anche fermamente intenzionata a non mangiare mai pasta e a bere caffè espresso, una volta qui, e invece è successo.
Ma andiamo con ordine. Ieri era lunedì, giornata di buoni propositi e risoluzioni e il programma prevedeva l’apertura di un conto in banca, ma poi la ricerca on line di un lavoro ci ha preso la mano e ci siamo ritrovati, alle 13:30, senza essere usciti a fare la spesa e con una fame da lupi. Abbiamo così dovuto attingere alle riserve della nostra host, scovando un pacco di pennette rigate Tesco e una cipolla, che abbiamo completato con…udite, udite: un barattolo di pelati Cirio che Paco aveva in borsa! Ebbene sì, il più classico dei cliché dell’emigrato ha preso forma proprio sotto i nostri occhi e dalle nostre colpevoli mani, ma…che buono!
A sera, per espiare, siamo andati a fare la spesa al grocery store turco e abbiamo cominciato a comprare senza pregiudizi, o meglio, Paco l’ha sempre fatto, io ho dovuto impegnarmi a non snobbare la famiglia dei cavoli che, come molti sanno, non preferisco.
Ad Haringey, dove siamo adesso, i negozi “etnici” sono numerosissimi. Ci sono quelli con la propria nazionalità sull’insegna, di altri la si evince dal nome, altri ancora si dichiarano “international food store” con tanto di bandiere di quattro o cinque nazioni di riferimento. Alcuni di questi sono dei veri e propri mini-market con tanto di banco della carne…e delle olive, che, in quello turco, è enorme! Entri e incroci visi che ti sembrano palesemente polacchi, o senti, in filodiffusione, una musica che pare armena, in un angolo una pila di copie della “gazzetta di Skopje”, per dire. Una vera boccata di ossigeno se sono stata anche poche ore nelle vie più banali e conformiste del centro.
Altro aspetto positivo è la conferma che la globalizzazione non esiste e che se pure non trovi lo sciogli-macchia, i guanti per lavare i piatti e i fazzoletti confezionati in pacchetti singoli, puoi cavartela lo stesso, come fanno milioni di persone (le più diverse) nel mondo, magari partendo dall’imparare a cucinare i cavoli.
N. B. In foto la nostra cena: green cabbage, Cyprus potatoes, Cirio pelati :), chilli powder, smoked paprika and honey!
-----------------
Published on 31-Jan-2017
Tags: artist, diversity, food, haringey, honey, italian, kitchen, london, marycinque, museum, turkish